lunedì 18 ottobre 2010

IL RAPPORTO STRETTO TRA SANTUARIO E PELLEGRINAGGIO: DA ROMA, SANTIAGO DI COMPOSTELA AD OGGI, I LUOGHI SACRI CHE NON TRAMONTERANNO MAI

La ricerca di senso e di purificazione interiore ha spinto l’uomo, fin dai tempi remoti, a viaggiare come pellegrino verso un luogo ritenuto sacro, attraverso sentieri spesso colmi di insidie e pericoli.
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Il pellegrinaggio rivestiva a volte un significato penitenziale per le colpe commesse, oppure veniva intrapreso per ottenere qualche beneficio materiale per se stessi o per i familiari, come la guarigione da una malattia.
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In tutte le religioni, l’interlocutore del viandante era la divinità stessa nel luogo ad essa consacrato. Il pellegrino cristiano dei primi secoli invocava il benessere del corpo o dell’anima direttamente a Cristo oppure ai suoi intercessori per eccellenza: la Madonna e gli apostoli che lo avevano conosciuto personalmente. Si pregava anche l’arcangelo Michele, custode della nascente Chiesa contro il Maligno sempre in agguato: l’angelo dell’Apocalisse che sconfigge il diavolo con la spada sguainata, rassicurava il cristiano dei primi secoli, ancora accerchiato dai residui del paganesimo.
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Giunto dall’Oriente, dove San Michele era venerato (vi si costruivano santuari detti Michaelion), il suo culto si diffuse in Italia fin dall’inizio del V secolo: il Liber pontificalis ricorda la basilica al settimo miglio della via Salaria, sulla collina del Giubileo, detta Mons Sancti Angeli fino al XVI secolo.
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Nel Medioevo la ricerca della salvezza spirituale tramite il viaggio divenne una ragione di vita per un'immensa folla di cristiani. Al punto che la concezione cristiana della vita si basava su un lungo peregrinare verso la liberazione dai peccati e dal dolore. D’altra parte lo stesso Cristo aveva esortato i fedeli dicendo: “Camminate, mentre avete la luce, perché le tenebre non vi sorprendano”. Un cammino che doveva avere una meta poiché Cristo rassicurava il pellegrino stanco con le sue parole di incoraggiamento: “Chi persevererà fino alla fine sarà salvato”.
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L’uomo medievale si sente costantemente un pellegrino su questa terra, viaggiando verso i luoghi della fede alla ricerca della Patria Celeste: in un primo momento a Gerusalemme, sulle orme della Passione di Cristo, e verso le Tombe di San Pietro e di San Paolo a Roma; in seguito si diffusero i pellegrinaggi al santuario di Monte Sant'Angelo in Puglia, consacrato all’arcangelo Michele nel V secolo, e a Santiago di Compostela nel nordovest della Spagna, dove, nel IX secolo, venne trovata l’urna con le presunte spoglie dell’apostolo Giacomo il Maggiore.
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Fra questi antichi itinerari il più battuto, almeno fino al XIV secolo, partiva da Santiago di Compostela e, passando dalla Francia, giungeva a Roma; poi, lungo lo stivale italico, arrivava a Monte Sant'Angelo, nella punta del Gargano, e dai porti pugliesi terminava, via mare, in Terra Santa. Numerosi sono i graffiti e le iscrizioni di varie epoche trovati nel santuario pugliese con i nomi dei pellegrini preceduti da una croce: dopo aver visitato Roma e Compostela, si accingevano a raggiungere Gerusalemme.
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Il santuario di Gerusalemme, quello dell’arcangelo Michele e i santuari di San Pietro a Roma e di San Giacomo di Compostela, in Spagna, rappresentavano i principali itinerari medievali, intorno ai quali si sviluppavano la spiritualità e la fede cristiana.
Il concetto di pellegrinaggio è, dunque, in stretto rapporto con il concetto di santuario, essendo il primo elemento integrante del secondo: il pellegrino ha bisogno del santuario e il santuario ha bisogno del pellegrino. In particolare, occorre sottolineare come, per i cristiani, il santuario sia legato alla Madonna, essendo Ella legata a Cristo. Non esiste infatti al mondo alcuna chiesa cattolica che non sia dedicata a Maria o in cui non vi sia un altare, una statua, un quadro in suo onore.
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La vita dei santi, in duemila anni di cristianesimo, ha scritto nella storia della Chiesa le sue pagine migliori: per rimanere in Italia basti pensare a Sant'Ambrogio e San Gregorio Papa, San Benedetto e Santa Scolastica, San Francesco e Santa Chiara, San Domenico e Sant’Antonio e inoltre tutti i santi del Rinascimento a partire da San Filippo Neri, fino ai più grandi santi più vicini al nostro tempo, tra i quali spiccano le figure di San Giovanni Bosco, San Giuseppe Benedetto Cottolengo e San Leonardo Murialdo. È infine doveroso menzionare le innumerevoli fondatrici di Congregazioni e le suore dedite all’accoglienza dei poveri e alla cura degli anziani e degli ammalati. Le loro istituzioni sono divenute santuari e le loro tombe meta di pellegrinaggio e di ricerca interiore.
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